downshifting
Nel post del regaluccio ho accennato al perché ho deciso di regalare un libro. Un libro per giunta che racconta di un personaggio che mi piace; è stata una prova catartica per quella che mi propongo come sfida personale, peggio che correre 5 chilometri in 9 settimane (C25K): smettere di comprare libri!
Intendiamoci, non volgio smettere di leggere e neppure smettere in assoluto di comprare volumi, ma dare un taglio prepotente, specialmente adesso che mi pare si aprano spiragli nella vita mia che mi consentano di tornare a leggere almeno un pochino. L’idea mi frulla da parecchio e anche l’incontro con alcuni blog a sfondo downshiftico (la stanca sylvie) hanno influito, senza contare che sapete conto di trasferirmei non so quando ( non abbiamo ancora messo in vendita la casa) e pensando al trasloco ho realizzato che ho infiniti libri e quattro vestiti e tre carabbatole da cucina. Ho fatto una breve analisi della faccenda all’Opificio della Nullezza, con i colleghi a pranzo, immaginate i commenti sono assolutamente tipici e pure sensati se volete, eccone alcuni:
a me piace tenerli, a me non piace prestarli perché non tornano indietro, ah l’odore della carta, mi fanno sentire ben, li tengo lì ecc. ecc.
Tutto vero per carità e pure io condivido, o meglio ho condiviso, molte di queste opinioni. Ci ho pensato e ho tratto alcune conclusioni, buone per me, anche leggermente inquietanti. La prima in assoluto è che io non rileggo mai un libro, mai. Ci ho anche provato, ma mentre scorro le pagine mi torna in mente e il gusto si perde, non leggo poesie ( gnaafò) e quindi tornare sui testi non è cosa mia. Presto i libri, a chiunque e non mi ricordo cosa a chi, quindi equivale a perderli e alla fine non me ne struggo. No i regali non li presto, ma non molti mi regano libri. Non annoto mai nulla e ancora meno sottolineo, non lo facevo manco a scuola. L’odore della carta…beh non sono un tarlo! E poi una considerazione finale che mi è venuta su come il secchio dal pozzo pieno piano a forza di tirare, perché tengo i libri? Li tengo (tenevo) credo in primis per un senso generalizzato di possesso: l’ho comprato è mio. Li ho conservati in vista, perché? Fanno arredamento, e già questo è poca cosa, forse li tengo in vista perché gli altri che vengono in visita non sospettino che io sia ‘gnuranta, come se leggere facesse di me una dotta. Ecco forse alla fine ho tenuto per tanti anni anche per questo: il giudizio degli altri, per il gusto perverso di dire cel’ho.
Ma se veramente ce l’ho, viste le premesse, lo devo avere nella testa non nello scaffale, e se le persone che conosco fanno parte di coloro che hanno librerie da terra cielo e ti guardano con il sopracciglio alzato se dici che leggi solo Vanity Fair, forse non devo cambiare libreria, ma giro. Fa radical chic avere la casa piena di libri, lo so pure io che non vale per tutti, ma capiamoci signori miei.
Comprerò solo volumi particolari, magari fotografici, solo le cose che meritano di essere riprese o manualistica ( orrore la manualistica vero? ), ho fatto la tessera della biblioteca, a kindercity si paga e vale un anno, ho scoperto che esiste una rete nazionale delle biblioteche con catalogo on line, quindi se volgio un libro che adesso è alla biblioteca di reggio calabria, lo richiedo e mi metto in lista, appena disponibile potrò averlo.
Ebook, ci penso, l’ho provato e non è stato amore a prima vista. Forse dipende dalla fisicità del libro che si piega e che se cade o se mi ci addormento sopra non fa nulla. Vedremo, per il momento ho dato via la biografia snella di Franca Valeri e addocchiato almeno due posti di bookcross………
e non so non vuoi dire nulla di ambientale e ecologico tipo risparmiamo carta salviamo le foreste?
no
e non so non vuoi dire nulla di ambientale e ecologico tipo risparmiamo carta salviamo le foreste?
no
Commenti
senza contare che se il libro lo scambi e non lo compri, finisci con il leggere cose che magari non avresti mai cercato intenzionalmente. a volte sono belle sorprese, a volte cazzate. ma tu non ti arrendere eh!
e ogni tanto li rileggo.
apprezzo chi riesce a diventare minimal da questo punto di vista, fammi da tutor
(Non molti comprendono un regalo così purtroppo)
Sono andata di bookcrossing. Sia per leggere che per le nuove letture. Quando pendolavo in treno li lasciavo lì. Ogni tanto (raramente) ne trovavo.
La biblioteca è però il posto che amo di più. Ci andavo con mio padre da piccola e mi è rimasta come luogo di personale raccoglimeto e relax.
C'è chi va in chiesa, io vado in biblioteca.
Scusa il papiro, tutto questo per dirti che condivido e ti stimo parecchio.
Ancora non riesco a dar via alcuni libri, che 'sento' come parti del mio corpo. E certo non darei via un dito del piede. E bada, ti ho fatto un esempio calzante: perché è vero che se un libro lo hai, lo hai in testa, e può essere anche parte di te, ma non così materialmente fondamentale.
Non so se mi sono capita.
Forse sì.
Ecco, per ora se devo fare downshifting, preferisco farlo coi vestiti e le borse e le carabattole in cucina.
E - soprattutto - con soprammobili e bomboniere, che ho già eliminato da quel di'. Che oltretutto le devi (dovresti) anche spolverare, ogni tanto.
p.s.: comunque io i miei libri li sto conservando dentro l'armadio, dato che il maritino è un patito del piumino e ha minacciato che se non spolvero i pochi libri in vista, li butta via mentre dormo. E io dormo, spesso.
Fai bene a fare downshifting, soprattutto in vista del trasloco. Noi traslochiamo tra due mesi, e gia' mi e' presa la smania di dar via roba. E' una grande soddisfazione. Qui poi ci sono i charity shops che rendono tutto piu facile. Pero' non credo che in Italia attecchirebbe, come concetto, purtroppo..
Owl, l'andare in biblio come l'andare in Chiesa e' veramente ottima: questa me la segno :-)
Io alcuni classici (tipo l'eterno Pride & Prejudice) o alcuni saggi li rileggo, ma temo di dover cominciare a fare pulizia. Sicuramente se smettessi di vedere a casa mia volumi in doppia e tripla fila, impilati uno sull'altro forse mi sentirei meglio...che sia pronta anche io per il downshifting?