Objection, your Honor, the question is ambiguous

Credo che in molti avrete letto sui giornali della campagna Plasmon vs Barilla.
Lascio a voi e alle vostre conoscenze dire se questo tipo di pubblicità sia legale o meno, comparativo o no.
Francesca Sanzo ha affrontato la questione dal punto di vista comunicativo.
Io vi porterei a spasso con me partendo da alcune nozioni di difesa fitosanitaria per finire con considerazioni da sala d'aspetto di pediatra.
Ecco qui sotto la pubblicità incriminata:

 

Barilla deve aver preso una bella fetta di mercato a Plasmon e in un momento di crisi la società della multinazionale americana Heinz ( presente il ketchup? quelli lì) non deve averla presa benissimo.
L'Unione Europea sancisce limiti per la presenza di residui tossici provenienti dal campo o dalla conservazione/stoccaggio dei cereali, se avete voglia potete annoiarvi qui.
I nomi dei fitofarmaci riportati sono roboanti, come solo la nomenclatura chimica sa essere, per quanto riguarda i pesticidi - sappiate che nessuno nell'ambiente li chiama più così da almeno 20 anni, ma siamo qui per spaventare no? - si tratta di insetticidi, anche modesti, e di un loro additivo usato per aumentarne la persistenza, non ho ricordi lucidissimi, ma direi che è roba per evitare che insetti attacchino le derrate nei magazzini. Le micotossine sono sostanze di scarto delle muffe, che poi sarebbero funghi, se volete darvi alle letture semitecniche accomodatevi qui, e .
In sostanza si trovano nei prodotti Barilla presi in esame da Plasmon, alcun dei più comuni inquinanti delle derrate cerealicole, se state pensando alle micotossine, queste arrivano da muffe presenti sulle spighe già in campo, se date un'occhiata ai link vedrete che i test campione eseguiti le hanno trovate praticamente sempre.
Certo potremmo star qui a disquisire sulla pulizia del cereale, se i limiti fissati dalla legge per il baby food (fino ai tre anni) non sarebbe "sano" applicarli per tutti, potremmo appunto perchè il legislatore fissa limiti per i bambini piccoli e di quello qui si parla.
La linea Piccolini® Barilla è comparsa sugli scaffali tempo fa, manco so quando, ma so che è comparsa anche nella mia dispensa portata da mia madre, che ha visto una scritta, un formato mignon, il nome di un'azienda italiana blasonata ha pensato al nipote ....et voila l'acquisto stato fatto siorre siorri ! 
L'abbiamo mangiata tutti in casa figlio compreso, non ritengo mio figlio sia contaminato, so per cultura personale che il settore industriale alimentare è una fogna, non  voglio nemmeno pensare che Barilla abbia fatto una linea volutamente ingannevole, ma certamente gli è riuscita ambigua.
Gli alimenti adatti sotto i tre anni ne portano dicitura esplicita e sulla confezione blu non c'è quindi è il consumatore che male intende, A mangiare bene si comincia da Piccolini® , in questo caso avrebbe la stessa valenza del dire a mangiar bene si comincia da casa de nonna, da piazza Roma, dall'interno di questa scatola azzurrina, se il consumatore intende piccolini come il riferimento all'età del potenziale consumatore beh è un problema suo. Sul retro nella ricetta riportata, si dice che un piatto di pasta apporta le calorie necessarie ad un'ora di gioco di un bambino di 8 / 10 anni, se avete pensavate fosse solo un esempio e che andasse bene anche per un pupetto avete sbagliato. quello che scrivo è riferito alla confezione in mio possesso della quale vi metto il dettaglio del numero di lotto.



veniamo alla sala d'attesa del pediatra, e all'obiezione vostro onore, le mamme della rete sono rimaste in silinezio o quasi, strano perchè di solito combattono con forza qualunque "irregolarità" ruoti attorno ai bambini, come dite? magari loro non mangiano Barilla? forse, ma da quando le mamme difendono solo il loro orticello? non si era detto che una mamma è la mamma di tutti? mah. 
manco mezzo gruppo facebook che inviti a far la pasta in casa, zero, forse ci sono state indignazioni e rimostranze private.

Lascio a voi le riflessioni del caso, se vi fate un giro in rete vedrete che il più pulito dei produttori alimentari industriali ha la rogna dalla nota bevanda di Atlanta agli omogeneizzati.

Volete farvi montare il panico e l'ansia? vi consiglio la lettura di Toxic.


Su cosa suggeriscano i pediatri e perchè magari lo scrive un altro eh !?!





Commenti

Brunhilde ha detto…
Questa scoperta mi lascia piuttosto perplessa e mi pongo le tue stesse domande. Ne aggiungo una, addirittura. 
Premetto che qui in Germania la Plasmon non è distribuita (salvo in qualche negozietto italiano) e che le marche principali di alimenti per l'infanzia usano quasi tutte (una sola fa eccezione) ingredienti biologici (una addirittura biodinamici). Detto ciò, non m'ha fatto una bella impressione leggere sull'etichetta dell'omogeneizzato Plasmon alla frutta la parola "zucchero". Oltre al fatto che la frutta utilizzata può è tranquillamente normale, non certificata bio. Se permetti, Barilla sarà ambigua (riportano le stesse diciture che citi tu anche in tedesco, pari pari - ho controllato!!), ma anche Plasmon non mi pare che possa salire sul pulpito eh..
Anonimo ha detto…
Quindi Piccolini non ha sbagliato niente, è il consumatore che (pecora) segue ciecamente il messaggio pubblicitario? Allora anche Plasmon ha fatto una campagna inutile?
Ora tiro la bomba e so che tu potrai comprendere: non esiste nemmeno il biologico così come lo pompano, è solo una questione di marketing, e di moda, e di nicchie fighette. Amen!
Fosca ha detto…
Concordo pienamente con quello che dici (e tu lo dici meglio, essendo del "campo" - scusa il bisticcio di parole!).
La pubblicità di fatto però è ingannevole, ci sono state pubblicità ben meno furbette del mangiare da Piccolini che sono state sanzionate e ritirate.

In merito alle mamme i casi sono 2: o non sono più le mamme del mondo intero, o I Piccolini Barilla sono diventati il deprimente target on line per la mamma rampantina.

In merito al finto bio di cui parla Lucia, son d'accordo sulle nicchie fighette: io ho sempre optato per gli omogeneizzati fatti in casa con verdure dell'orto di nonna e poi sono passata a farmelo direttamente l'orto. Ma ho comprato qualsiasi verdura al supermercato per 35 anni e non sono ancora fosforescente al buio.
the pellons' ha detto…
Se dobbiamo cercare di fare una politica attenta alla salute dei nostri consumi alimentari, non ce la caviamo più. Detto da una che compra robe biologiche certificate da un gruppo di acquisto solidale con l'intento di ridurre anche il trasporto e quindi l'inquinamento derivante. Forse cercare se possibile di scegliere marche certificate biologiche, come dice brunhilde, che beata lei vive in germania. Non farsi abbindolare da plasmon o barilla, che poi, la pasta è la stessa, invece che comprarla piccola a costo superiore tanto vale prenderla normale e tagliarla a pezzettini . Per continuare sul discorso consiglio a tutti di leggere "Se niente importa" di Safran Foer e meditare anche sul comparto animale...
Fosca ha detto…
@the pellons: concordo in pieno, bravissima! E Foer è semplicemente perfetto in quel libro. Ne abbiamo parlato tanto nel blog, ci è piaciuto tanto.
(scusa Penta ho eliminato l'altro commento perchè avevo più refusi che parole)
Anonimo ha detto…
Il libro di Foer lo abbiamo evidenziato anche su Zebuk, lo leggerò di sicuro.
Continuo ad essere scettica sul bio, mentre appoggio molto il Km 0, anche sottozero se si può, a mio parere è l'unica "certificazione" che possiamo controllare.
Pentapata ha detto…
ecco poi facciamo anche un bel post sul biologico, la permacoltura, il biodinamico la cornunghia e LE SEMENTI.
Così Monsanto viene nella notte e mi uccide.
Anonimo ha detto…
Ma sai che io all'università ero stata segnalata?? Uh, robe di altri tempi avevo la Bayer che mi adorava...però modestamente... :-)
Brunhilde ha detto…
Quale figlia di piccolo produttore biologico, però, lasciatemi divagare un attimo per affermare che io ci credo, soprattutto sul capitolo carne. Siegmund non ne mangia troppa, però cerco di servigliela soltanto priva di antibiotici (è stato dimostrato che i polli di batteria ne son pieni), ormoni e, nel caso degli insaccati, nitriti. In Italia, purtroppo, i piccoli produttori come il Nonno non trovano sbocchi di mercato, sono poco valorizzati e spesso continuano più per passione propria che per il guadagno..
Fine dell'exursus.
Owl ha detto…
Penta tu sai come la penso su omo & co. Andrò a leggermi il post di Francesca, perché voglio sentire il suo punto di vista .
Da mamma, che ha cercato sempre di farsi le robe in casa, anche quando si parlava di pappina, mi pare che qui ci sia il bue che dice cornuto all'asino.

P.s. Poi mi cospargo il capo di cenere. Ho illustrato una storia per il calendario dell'avvento dei piccolini. Non ho preso una lira (o euro), cercavo solo visibilità. T_T
the pellons' ha detto…
Grazie mammaF. Lui è un genio assoluto e vi consiglio anche gli altri suoi due romanzi, che son capolavori, e sta dando forti aiuti alla mia già iniziata strada per il vegetarianesimo
Anonimo ha detto…
avrei da dire molto su cosa e perchè i pediatri consigliano. Chiamiamole maldive. Sono attendibile, sono un'infermiera di pediatria
Francesca EquAzioni ha detto…
post splendido.
personalmente quando ho visto le , poche (come giustamente fai notare e anche MammaF su Fb - forse perchè le principali mamme blogger sono anche sponsor piccolini) discussioni in merito, volevo scriverci un post. ma ultimamente sono un po assente dalla blogosfera causa eccessivo lavoro..
però l'unica cosa che ho pensato. e continuo a pensare è: Qual'è la differenza? ... NESSUNA ... schifezze industriali le une e le altre. però è gustoso vedere i giganti che si scontrano. ;-)
ancora complimenti
Pentapata ha detto…
@owl ci mancherebbe solo che io volessi cenere sul capo di qualcuno...ma cazzo owl a giudicare dai silenzi barilla deve pagare bene solo ate non ha dato un soldo? ma porca vacca.

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