i pennarelli, Fontana e la tabellina del sette

Le infinite strade di facebook mi hanno amicata a MadreCreativa, ho letto un po' qua e là, ho letto questo post e mi son venute in mente alcune considerazioni personali che vi butto lì, eventualmente ne parliamo.
Il post è stato lo spunto in realtà non parlerò di bambini piccoli diciamo più di ragazzini e ancor di più di genitori, forse anche un po' di bamboccioni e aspettative.
Capita che io frequenti coetanei che hanno figli adolescenti diciamo da scuola media, o anche più grandi ma che hanno percorso lo stesso cammino. 
I ragazzini non amano la matematica, matematica son parole grosse, facciamo l'aritmetica e le tabelline; speso chi la insegna già alle elementari la insegna male essendo stato pure lui uno a cui "non piaceva la matematica". I genitori, e io vivaddio li capisco, non è che abbiano tutta questa voglia di seguire i figli nei compiti, parlo di voglia perchè siamo a livelli dove la capacità nelle mie frequentazioni ci deve essere, quello messo peggio è un ragioniere diplomato sicchè.  A un certo punto della carriera scolastica di questi "pupi" ci assesta sull'idea che no, il virgulto non mi è scientifico, quindi va da sé che anche scienze e affini siano ributtate. Apprendo da queste persone con infinita meraviglia che i ragazzini moderni detestano anche storia e geografia, ok manco io so dove diavolo sia Isernia se non vagamente, ma i confini, le capitali, la pesca, l'agricoltura se uno a otto anni me li diceva io me li ricordavo almeno un mese e riuscivo a ripeterli e a non fare scena muta, ma pare non accada più.
E storia? io non faccio testo a me i racconti son sempre piaciuti, storia mi acchiappa da sempre, ma anche qui "eh sai bisogna leggere" sì in effetti questo è quello che si dovrebbe fare con i libri: leggerli.
il risultato sapete qual è? pronti?
l'arte!
no, non avete letto male la risposta è l'arte, siccome il ragazzo non sa fare due più due, sa leggere, ma male e quindi non comprende il testo, ma wow con i pennarelli è un genio, come incolla lui nessuno, via all'istituto d'arte! da questa estate ne ho conosciuti almeno 5, terribile vero?
Sono perfettamente consapevole che esistano gli artisti, che siano stati bambini, magari anche ribelli, ma dubito che siano stati somari, non credo che per fare arte sia sufficiente tenere in mano gli attrezzi del mestiere, certo ci va capacità innata, ma anche rielaborazione e studio. Non credo che esprimersi attraverso arti grafiche, ma anche scrittura, musica e molto altro faccia di noi degli artisti.

poi cosa capita che al liceo artistico? i nostri scoprono con orrore che esistono altri libri e che non tutta l'arte è stratta, personale e per questo ingiudicabile ( questo ho compreso essere il fulcro della faccenda arte ), sono nel dramma più totale a questo punto e lì scatta nessuno capisce una mazza sono un incompreso, resterò qui seduto fino a che il mondo non verrà a chiedermi scusa con il placet di mamma e papà.

Figlio io ti faccio zappare la terra come tuo padre, sallo.


vi consiglio questo.

Commenti

Unknown ha detto…
I genitori della tua generazione, ma anche della mia (quindi fa almeno due)non sono autorevoli. Ai miei occhi è il difetto peggiore.
mammainverde ha detto…
Quanta roba.....
Mi trovo d'accordo, penso che la scuola, soprattutto le elementari debbano creare la voglia di sapere e tentare di incuriosire, più che imparare le tabelline in tre nano secondi e fare le verifiche a tempo. Ma è più semplice per gli insegnanti dire: studiate!
Penso che noi genitori e di riflesso i bambini gettiamo la spugna molto in fretta, mio figlio non ce la fa, non ci arriva, io non ho tempo, sarà quel che sarà.
Ho avuto tantissimi amici che hanno fatto il liceo artistico, sono usciti benissimo, sono andati a fare Lettere e non ce l'hanno fatta perché non sapevano che farsene dei libri. Se la specializzazione deve portare all'esclusione di tutti gli altri mondi, allora anche voi contadini. Sappiatelo.
Ilmondoatestaingiù ha detto…
L'aneddoto, conosciutissimo, viene da uno scienziato, ma si può applicare pari pari all'arte.

L'eccellenza è fatta per il 10% da ispirazione, e per il 90% da traspirazione. Senza fatica, applicazione, studio, si è solo - nella miglior delle ipotesi - dei talentuosi imbecilli.

Purtroppo la maggior parte della gente è convinta che i grandi artisti "lo nacquero". Giotto che fa il pastorello e intanto insemina le rocce di dipinti, Leonardo che si sveglia al mattino e si inventa qualche cosa di nuovo, Mozart che scrive musica fra il letto, la tavola e le cosce di una donna. Idiozie.
Signorina Silvietta ha detto…
Ciao , capito qui per la prima volta oggi e probabilmente non è un caso: sono una ex-ex-ex studentessa del liceo artistico e dell'accademia di Bella Arti.
Le scuole d'arte PURTROPPO sono da sempre considerate come "scuole facili" per persone che non sanno fare nulla se non tenere in mano un pennello.
In realtà le persone che prendono con questo spirito gli istituti artistici hanno un'amara sorpresa e dopo il primo anno , in cui inevitabilmente vegono bocciati , capiscono che qualsiasi scuola necessita di impegno e studio.
Al liceo artistico io studiavo matematica, fisica, storia , storia dell'arte , anatomia oltre alle materie artistiche c'era il disegno geometrico ,l'architettura , biologia e altre materie in cui non era sufficiente fare dei bei disegni dal vero per essere promossi!!
Per fortuna le scuole d'arte " scremano" .
Io ho amato alla follia l'arte da quando sono nata e ho sempre saputo che avrei fatto una scuola di quel tipo.. la matematica non mi è mai piaciuta ma mio babbo mi ha fatto "una capa tanta" per farmela entrare in testa!!!!
Che dire...i figli hanno sicuramente le loro colpe ma anche alcuni genitori della nuova generazione ne hanno una bella fetta di responsabilità... ( non me ne vogliate vi prego! )
In conclusione…
ARTISTI SI NASCE FORSE… MA PER DIVENTARLO DAVVERO DEVONO STUDIARE TANTOOO!!!!!!!

Mi piace parecchio il tuo blog!! Ripasso presto e non mi odiare troppo per questo lunghissimo sfogo in difesa della scuole d'arte!!
Anonimo ha detto…
interessante. io penso che succeda così perchè traduciamo tutto in termini di "prestazione". la creatività ( e io non lo sono per niente) non è "essere bravi a disegnare" e allora ti mando all'artistico ma è avere la capacità di trovare una risposta veramente propria ad una domanda, trovare in sè un'intuizione e riuscirla a tradurre in un atto concreto che sia un pensiero, la soluzione di un problema, musica, disegno, gesto o parola. poi accanto a questo è essenziale lo studio certo e capire che bisogna essere rigorosi, per gradi man mano che si cresce. io ho sempre fatto schifo in matematica e quando è stato troppo tardi ho capito che la matematica invece è estremamente creativa. teh, va!
sfollicolatamente ha detto…
hahhha grande Penta! Poi stamattina c'ho l'atteggiamento di V Cassel nella prima scena de L'Odio, sono proprio avvelenata per mancanza di sonno, e questo post catartico mi ci voleva proprio, mi risveglia la profe con la matita rossa che c'e' in me!
Laura ha detto…
Molto interessante, questo post, ad alto altissimo livello di identificazione. Sarà perchè ci ritrovo la lotta che mia figlia, settenne, attua quotidianamente con le tabelline (dopo settimane di drammi che hanno coinvolto tutta la famiglia, ha imparato alla perfezione quelle del 7 e dell'8, ma paradossalmente tentenna sulle altre) e delle sue "ambizioni professionali": da sempre sostiene di voler fare l'artista. Io, considerata la sua giovane età, sospendo il giudizio ma nel frattempo insisto sulle tabelline (che non si sa mai.. tra l'altro ripassarle fa bene a tutta la famiglia).
Murasaki ha detto…
Ah come sono d'accordo.
Spesso la colpa è proprio dei genitori che non capiscono che per l'arte bisogna essere portati!!
Io ne ho un esempio vicino: ragazzina che a scuola ha sempre faticato, ma bene o male riusciva a cavarsela quando c'era da studiare sul libro.
I genitori hanno sentenziato: la mandiamo all'artistico perché per lo studio è poco portata!!

Questa poveretta l'artistico non l'ha mai finito e i genitori non hanno avuto l'intelligenza e la sensibilità di ammettere l'errore e farle provare una scuola più adatta a lei!

Ora a 22 anni, fa l'estetista (e sta completando il terzo anno della scuola di estetica).
Allora, io naturalmente non ho nulla contro la professione di estetista. Quello che mi fa dispiacere è il modo in cui c'è arrivata e il fatto che a causa dello scarso sostegno ricevuto dai genitori negli anni, ora sia diventata una giovane donna con una scarsissima autostima.

Scusa lo sfogo §-_-§
the pellons' ha detto…
Io sono fermamente di parte per una maggiore dose di calci nel culo, a 'sti figli, e una riduzione del numero di ore su facebook et similia. Se vedo i figli del dr mi si rivolta lo stomaco.
madamabavareisa ha detto…
ora capisco perché tutti gli insegnanti delle medie di mia figlia han cercato di convincerla a non "sprecarsi" all'artistico (Brocca, 5 anni e 40 ore settimanali, eh?)...c'è questa idea, e c'è, sappiatelo, anche tra gli insegnanti, che l'artistico sia un rifugio per poveretti inadatti allo studio..mi ricordo ancora i discorsi..quella di mate: potresti fare benissimo lo scientifico! quella di inglese: potresti fare benissimo il linguistico... quella di italiano col classico.. lei, soffrendo un po', sorrideva e rispondeva: vuol dire che farò benissimo quello che mi piace :-)
(dopo 5 anni, ora, quando va a trovarle le danno ragione)...
ecco, quel che mi dispiace è che questa idea ce l'abbiano gli insegnanti...perché lei sorrideva ma poi a casa ci stava male, sosteneva (e dalle torto) che non avevano capito niente di lei.
Anonimo ha detto…
E' sempre colpa della madre :-)

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