la città del chinotto
Ho lasciato la città del chinotto appena la possibilità c'è stata, cioè andare all'università, facoltà scelta l'unica anzi una delle due, l'altra è veterinaria, non presenti nella Superba. Perchè io in quel posto lì, nel chinotto non ci volevo stare, erano solo sensazioni di pancia, ma lo sentivo morto e senza prospettive, almeno per me.
Figuratevi che le novità, in tempi dove il cellulare era solo quello della Polizia e internet lo usava solo la CIA; io le conoscevo oltre che da riviste specializzate tipo Cioè, Tutto e RagazzaIn, da adolescenti che come me venivano deportati in villeggiatura dalla natia Genova nell'ameno cuneese - fate voi che novità potevano avere e fate sempre voi a che punto stava la città del chinotto! se avessi incrociato un ragazzino di Milano sarei svenuta per la quantità di "ultimogrido" a lui nota, se ne avessi incrociato uno di NewYork forse sarei morta sul colpo!!!
Ho passato dieci anni a Torino, belli e brutti, ho preso la pergamena e ho conosciuto MIB, ma solo al decimo anno ci siamo messi insieme. Poi sono arrivata in campagna, che mi schifa e lo sapete e se fossi stata meno gnugna mai sarei dovuta venire qui, se mi stava stretto il chinotto figuriamoci l'uva!
p.s. giuro in tanti anni mai vista una pianta di chinotto.
Commenti
Ma ancora non è chiaro neanche a me perchè scappata dalla campagna della bassa ferrarese, sono andata a intanarmi nella campagna bolognese. Com'è che si dice? Coazione a ripete?
Quoto in pieno Stima di Danno..nella cittadina, neanche tanto piccola, da dove vengo, sembra di conoscere già tutti, e quei tutti non sono particolarmente interessanti...magari però bisogna semplicemente scoprirsi e scoprire chi si ha di fronte...comunque non mi piaceva la sensazione che i comportamenti fossero vagliati, analizzati, criticati..ah, io ero "la figlia del dottore"...sembra una battuta ma non lo è...