siamo quello che mangiamo.....
Uno dei motivi di stanchezza, lo sapete, sono le corse che mi tocca fare nel triangolo delle bermuda (calate), lavoro>asilo>casa. La preparazione dei pasti è uno dei miei incubi, fosse per me manco metterei tavola, le conseguenze forse evidenti sul mio fisicone di mangiatrice libera. Le donne di casa mia non hanno mai cucinato, cucinava mio nonno, quindi è più o meno dal ’93 che a casa non si mangia più decentemente. Dallo stesso anno io sono fuori di casa, uscita per l’università non sono più rientrata a vivere nella città del chinotto. Torniamo a oggi, vivere isolati e di corsa non aiuta, se avessi negozi vicini arrafferei cose e via, invece così lo sforzo si moltiplica perché si sottintende che gli alimenti atti alla preparazione dei pasti siano già a casa. MIB è figlio di una donna che ha sempre cucinato (bene) e a pranzo mai che ci fosse quel che c’era a cena, ora capite il mio dramma?
A MIB gli piglia l’ansia se al rientro dal lavoro la sera non vede la tavola apparecchiata e i fornelli sbuffare come una locomotiva, negli anni ha cercato di farsene una ragione e non protesta più ma lo sconforto è leggibile sulla faccia e mi dà noia, dico non puoi soffrire mentendo meglio?
Io arrivo a casa prima e francamente mi pare assurdo voler imporre la regola del 50%, cioè cucino io oggi e tu domani. Resta il fatto che mi pesa, già di mio mi annoio di nulla figuriamoci dover pensare ai pasti tutti i giorni. Ho girato nelle “case” di un po’ di food blogger, bello per carità ma le robe tipo zuppa di calamari con kamut e radice di bernoccola et similia hanno due problemi enormi per essere applicati a casa mia:
sono un piatto unico
richiedono tempo per la preparazione
il primo punto è scottante, noi veniamo da famiglie medie operai/artigiani/impiegati che hanno sofferto la fame, quindi immaginare un solo piatto per giunta scarno ( che dio solo sa quanto ci farebbe bene ) non è un’ipotesi, non è appagante, non riempie anche le altre insoddisfazioni. Se proponessi un piatto unico, MIB si alzerebbe nervosamente aprendo e chiudendo il frigo un milione di volte, terminando con un “mi faccio due uova”. Questo mi irrita fuor di modo, il suo piacere nel tornare a casa, non sta esattamente nel ritrovare me, ma nel cibo; cioè non va bene una cosa qualsiasi e lui la mangia deve essere buona o la lascia lì ignorando la fatica che è servita per cucinarla. Vorrei ucciderlo. Alcune volte siamo arrivate al “esco a mangiare fuori”, ditemi voi……aggravante MIB per lavoro frequenta ristoranti di alto livello e dico alto per non dire altissimo, quindi quello che i miei colleghi in ufficio mangiano elogiando la cuoca ( cuciniamo a turno) MIB lo darebbe al cane.
Punto due, dal canto mio non ho voglia di fare una mazza al ritorno dal lavoro, dopo aver fatto cena per il piccolo (ore 18.30 max) vorrei stare sul divano a parlare, vedere film o fissare il muro. Invece cucino, spesso viene una merda ( fuori da casa mia sarebbe quasi buono) e alla fatica si aggiunge fatica e frustrazione perché so mi toccherà pure vedere il sopracciglio alzato.
Ne abbiamo già parlato milioni di volte non c’è soluzione, come nel caso dell’ordine, il fatto che io sia esattamente il suo opposto non aiuta.
Ma voi dove avete trovato i mariti che si saziano con l’insalata con i crostini??????????
Commenti
vinco facile.
e non credere che chi foodblogga cucini sempre. Io solo se ho interesse a farlo e raramente per me sola. A casa dei miei cucinava per divertimento mio padre e per dovere mia madre. Io che sono allergica al dovere cucino solo per divertimento. So che non ti aiuto, ma ti sono sympatethically vicina.
e allora mi sa che tuo marito deve imparare a cucinare :D
Veniamo a te: mi corre un brivido per la schiena al pensiero del pasto diverso a pranzo e a cena, l'ho sempre considerato la massima espressione del vizio. I miei suggerimenti:
1) cucina in un momento in cui sei rilassata, fanne quantità industriali e metti in freezer da scongelare all'uopo;
2) fatti amico un rappresentante della Bofrost e propina al Mib quelle leccornie come fossero di tua produzione;
3) fatti scivolare addosso il sopracciglio alzato, l'espressione di sconforto e i ristoranti Gambero Rosso - ognuno ha la sua vocazione, e tu non sei nè Bneedetta Parodi nè Delia Smith...
non possiamo essere quelle che non siamo. se non ci piace cucinare non ci piace. ... mio marito lo sapeva prima di sposarmi, uomo avvisato mezzo salvato.
io ho imparato a cucinare solo quando l'ho fatto per amore.
Ma potrebbe andare peggio e non ti ho aiutata granchè eh?
mio marito divora in silenzio, poi alza la testa e mi chiede: cosa c'è di secondo?
ecco, sì, ti capisco. e odia pure le uova...
giuppy
1) il peso: a me piace cucinare, ma odio DOVERLO fare tutti i santi giorni per 4 persone. tassativo. e pure bene, variegato, completo, equilibrato, bio, equo, solidale e sticazzi
2) la cosa che mi ha fatto proprio innamorare di questo post è il chiedersi come diavolo fanno tutte ste famiglie che leggo sul web a sfamarsi con (cito a memoria): "humus e formaggio fresco" "pinzimonio" "frittata e insalata" per non parlare di svariati manicaretti di cui non saprei nemmeno ripetere il nome. A casa mia se faccio frittata & insalata è perchè di primo c'è un ipercalorico passato di verdura con riso, una carbonara o altro. Noi con il pinzimonio ci facciamo l'antipasto, poi c'è il primo e poi c'è il secondo! Ti confido che appena sposata ci ho provato con il piatto unico e pure leggero, ma non c'è storia........non ci togliamo proprio la fame!